sabato 31 gennaio 2009

La bresaola e lo Zebù


Il 31 gennaio del 2008 (già da un anno, ma voi lo sapevate?) è scattato ‘l’allarme bresaola’: da quel giorno, infatti, l’Unione europea ha imposto alla carne di zebù (bovino importato dal Brasile) numerose norme che vanno dal certificato di filera alle garanzie sanitarie, che in pratica bloccano la maggior parte delle importazioni. Si dà il caso che la carne del bos taurus indicus, sia indispensabile per la produzione della nostrana bresaola, perché molto più magra di quelle che si trovano oggi in Italia e in Europa.
Gli allevatori dell’Uniceb, in subbuglio per la mancanza di zebù (solo 300 aziende brasiliane hanno presentato la certificazione su 15mila) hanno scritto una lettera di denuncia al ministro De Castro, preoccupati anche per i prezzi: 9500 dollari la tonnellata tasse doganali comprese un mese fa rispetto ai 13mila di oggi.
La Coldiretti può anche denunciare l’ “assenza di valorizzazione della produzione made in Italy di carne bovina”, ma voi l’avreste mai detto che quella carne così gustosa se accompagnata da rughetta, scaglie di grana, un filo d’olio e una goccia di limone fosse la carne dell’esotico zebù?!

Incrociando la vacca comune con questo bovino dotato di gobba e grande giogaia, gli allevatori brasiliani ottennero un animale con la carne dura come la suola delle scarpe, lo zebù. "Ma è carne magra e va benissimo per le nostre bresaole", dice Emilio Rigamonti, presidente del consorzio che tutela appunto la bresaola della Valtellina. Qualche consumatore sarà sorpreso. Forse pensava, magari guardando la pubblicità in tv, che la carne da stagionare fosse gentilmente offerta dalle vacche e dai manzi delle montagne bergamasche. "Sono ormai decenni - dice l'uomo del consorzio - che acquistiamo carne brasiliana e il motivo è semplice: solo quella va bene per il nostro prodotto. Quella italiana ed europea sono troppo grasse. E poi bisogna ricordare che lo zebù è un bovino come gli altri. Ha solo quel nome strano, che richiama Belzebù... ".

La produzione

Il Disciplinare di produzione è stato recepito dall’ordinamento italiano con decreto 23 dicembre 1998 del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. La denominazione "Indicazione Geografica Protetta" identifica un prodotto per il quale almeno uno degli stadi della produzione, della trasformazione o dell'elaborazione hanno luogo in un'area geografica determinata e caratterizzata da una perizia riconosciuta e constatata. La Bresaola della Valtellina viene elaborata nella tradizionale zona di produzione che comprende l'intero territorio della provincia di Sondrio, ma le carni utilizzate possono provenire da bovini allevati e macellati in altre zone, anche e soprattutto d’importazione (principalmente dal Brasile e dall'Argentina). L'economia della Provincia di Sondrio è notevolmente dipendente dalle sorti di questa importazione. Infatti, la sottospecie bovina Zebùè allevata nel nuovo continente e si adatta particolarmente alla produzione di conserve del genere. La principale alternativa alla carne extracomunitaria è peraltro la carne bovina proveniente dall'Irlanda.


Insomma un altro esempio italiota di un prodotto che sembrava locale e invece viene da molto, troppo lontano incrementando l'overshooting (la tracimazione) ambientale di un alimento che tutti credono nostrano solo perchè viene lavorato nel nostro paese, alla faccia della rintracciabilità della filiera ...

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venerdì 30 gennaio 2009

Voce del verbo stare

Io sto con chi critica
Io sto con chi non riesce ad essere di "destra" o di "sinistra"
Io sto con chi fa le cose perché sono buone, non perché di un colore specifico
Io sto con gli immigrati e i lampedusani che marciano insieme
Io sto con chi dice come la pensa, a costo della vita
Io sto con Masciari e Saviano
Io sto con chi pensa che la politica sia un servizio e non un lavoro
Io sto con chi crede in qualcosa non per partito preso
Io sto con chi pensa che dopo 60 anni di fallimenti forse sia ora di cambiare qualcosa
Io sto con i provocatori, i dissacratori e con chi fa ironia
Io sto con chi non è ipocrita
Io sto con chi ammette di non essere perfetto
Io sto con chi ci mette la faccia, ogni giorno
Io sto col bambino palestinese che ha perso le gambe su una mina
Io sto col bambino israeliano, mutilato da un missile
Io sto con chi paga dopo aver sbagliato
Io sto con chi ha detto cos'era la mafia ed è saltato in aria assieme a 100 metri di autostrada
Io sto con chi si ammala e muore a causa della diossina prodotta dai fuochi della camorra
Io sto con le famiglie costrette a vivere vicino all'inceneritore di Falascaia e a tutti gli inceneritori d'Italia, che non è poi tanto diverso di vivere in Campania
Io sto con chi si fa il culo 12 ore al giorno per poi tornare a casa e gioire del sorriso dei suoi figli
Io sto con chi i figli li ha persi
Io sto con chi ha perso il lavoro perché esubero
Io sto con i 5 morti sul lavoro di ieri, i 3 di oggi e i 1000 di domani
Io sto con gli Ucraini e i Biellorussi che ancora oggi si ammalano e muoiono a causa dell'incidente di Chernobyl
Io sto con i profughi della "guerra mondiale africana", che coinvolge 6 nazioni, va avanti da 13 anni, e ha fatto 4 milioni di morti, alla faccia di TG e giornali
Io sto con chi è "passato per il camino" dei lager
Io sto con chi dalla Siberia non è mai tornato
Io sto con Ustica, l'Italicus, Piazza Fontana, Portella della Ginestra, il Cermis, il Vajont, eccetera, eccetera, eccetera
Io sto con Enzo Biagi e Indro Montanelli, dovunque essi siano
Io sto con chi sogna e lotta ogni giorno per un mondo migliore

Io sto con tutti questi perché faccio parte dei Grilli Versiliesi e sono un antipolitico, qualunquista, giustizialista, fascista e comunista.
Scusatemi.

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giovedì 29 gennaio 2009

TERMOCANCRONIZZATORI


Lo ha presentato Anida-Confindustria. Raccolta differenziata “minimizzata” per realizzare 50 nuovi forni con investimenti di 10 miliardi di euro pubblici. Per differenziata e compostaggio investimenti 6 volte inferiori.

Ritorna alla carica la lobby degli inceneritori. Lo fa con un vero e proprio piano industriale per realizzare ben 50 nuovi forni da qui al 2020. A presentare quello che viene chiamato con nome in ‘codice’ PNT (Piano Nazionale Termovalorizzatori), l’Anida, l’associazione nazionale imprese difesa ambiente di Confindustria, che dispetto al nome raggruppa attorno a se le maggiori imprese costruttrici d’impianti d’ incenerimento che , ricordiamolo, dalla legge sono classificati come “impianti insalubri di prima classe”. Il piano è stato presentato a Roma dai vertici di Anida a dispetto anche delle recenti normative europee che prevedono che l’incenerimento sia comunque al penultimo posto nella gerarchia d’interventi delle politiche dell’Unione Europea come viene chiaramente indicato anche da fonti d’informazione confindustriali come “il riciclo è meglio degli inceneritori”. Per Anida l’Italia nei prossimi anni dovrebbe arrivare a bruciare il 40% dei rifiuti (la Germania dati resi noti anche da Enel nel 2006 ne bruciava il 22%).
L’intento è chiaro permettere al realizzazione di nuovi inceneritori invece di chiuderne generalizzando la raccolta differenziata porta a porta, compostaggio e trattamento meccanico biologico. Il piano Anida prevede comde detto 50 nuovi inceneritori da 165.000 tonnellate annue bruciate nei prossimi anni da qui al 2020. Dove ? 4 in Liguria,13 in Campania, 7 nuovi in Lombardia, 8 in Emilia Romagna, 12 in Sicilia, 7 in Piemonte, 1 in Val d’Aosta, 1 in Trentino, 5 in Veneto,2 in Friuli Venezia Giulia, 9 in Toscana, 2 in Umbria, 4 nelle Marche, 3 in Abruzzo, 1 Molise, 9 in Puglia, 1 Basilicata, 3 in Calabria, 3 in Sardegna.
Questo è il futuro che ci aspetta ma non tutto è perduto

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Il consiglio comunale inizia a lavorare


<<Il crocifisso in consiglio: "Nessun colpo di maggioranza"
Caso del cricifisso in consiglio comunale. Il presidente Paolo Spadaccini e il capogruppo PdL Alessandro Santini fanno pace: "Sì per acclamazione, o non lo appendiamo". Ma Antonio Cima e altri consiglieri lo vogliono in sala consiliare a maggioranza dei voti.
Fonte: La Nazione>>

Oooooh, finalmente dopo 8 mesi in consiglio comunale si cominceranno a trattare i veri problemi della città. Lo aveva già accennato il capogruppo del PdL che questo fosse un pressante problema da risolversi il prima possibile.
Lo aveva detto in tempi non sospetti, al terzo consiglio comunale, mentre si discuteva di bilancio, le sue prime parole erano andate proprio a questo simbolo che aveva detto "se presente in aula si sarebbe rivoltato" per le parole pronunciate dall'opposizione.
Evidentemente un pensiero fissa per la guardia d'onore scelta delle reali tombe del Pantheon che da allora, alacremente, con l'aiuto dell'assessore Fantoni, anch'egli libero da altre preoccupazioni visto l'azzeramento di bilancio del suo assessorato e dell'ex-sindaco Cima, ha lavorato perché l'amministrazione portasse a casa questo fondamentale risultato.
Non avevano certo previsto i nostri eroi che sulla loro strada si sarebbero piazzati consiglieri e presidenti restii a questo poderoso atto di forza. Ne è nato quindi un interessantissimo dibattito che si prevede, sarò risolto nelle prossime sedute del consiglio comunale, dov'è come risaputo non c'è mai molto da fare.

P.S. Personalmente i fatti di religione non mi interessano e non ho intenzione di commerntarli in quanto facenti parte della sfera personale e privata di ognuno di noi e sarebbe bene che anche il consiglio non perdesse tempo in questi discussioni, visti i problemi che si prepara ad affrontare nelle prossime settimane (porto e bilancio su tutti).

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mercoledì 28 gennaio 2009

Il Bello viene alla fine...

La mappa del potere del sistema "Macelloni" di Peccioli è stata pubblicata su un volantino promosso dal movimento politico "Peccioli Democratica" che denuncia l'intreccio tra politica ed affari che c'è stato in questi anni nella ridente cittadina della campagna pisana, famosa per il suo "sistema discarica" che come potete vedere ha coinvolto economicamente e politicamente tutto il sistema di accoglienza, gestione dei rifiuti e project financing sotto la bandiera, diciamo cosi di un partito politico attraverso il potere svolto da una singola persona...
Ma gli esempi si potrebbero sprecare a proposito e mentre la nostra ATO Costa non vede l'ora di portare i propri rifiuti in una siffatta cittadina, dove l'intreccio poilitico ed economico si stringe come un cappio al collo dei neanche tanto ignari cittadini, godetevi questo bel comunicato con tanto di promesse elettorali, dove il BELLO VIENE ALLA FINE adattandolo magari alla vostra locale situazione...


Nel nostro partito politico manteniamo le promesse.

Solo gli imbecilli possono credere che

non lotteremo contro la corruzione.

Perché se c'è qualcosa di sicuro per noi è che

l'onestà e la trasparenza sono fondamentali per raggiungere i nostri ideali.

Dimostreremo che è una grande stupidità credere che

la mafia continuerà a far parte del nostro governo come in passato

Assicuriamo senza dubbio che

la giustizia sociale sarà il fine principale del nostro mandato.

Nonostante questo, c'è gente stupida che ancora pensa che

si possa continuare a governare con i trucchi della vecchia politica.

Quando assumeremo il potere, faremo il possibile affinché

finiscano le situazioni di privilegio.

Non permetteremo in nessun modo che

i nostri bambini muoiano di fame.

Compiremo i nostri propositi nonostante

le risorse economiche siano esaurite.

Eserciteremo il potere fino a che

Si capisca da ora che

Siamo il partito XXXXX la nuova politica,

ORA PROVATE A RILEGGERE PARTENDO DAL BASSO

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Verità "supposte"

Premessa: non sono un elettore dell'Italia dei Valori, non sono un fun di Di Pietro, voglio solo che la verità sia accertata da tutti.

Diranno che ci sono stati insulti al presidente della Repubblica, diranno che ci sono state offese. Ovviamente nessuno parlerà del PERCHE' la manifestazione è stata fatta.

Questo è l'intervento di Di Pietro, trovate l'offesa, se c'è...



Questo è l'intervento di Grillo, non si sa mai, dovessero dire che anche lui è stato offensivo...

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martedì 27 gennaio 2009

Possiamo fare a meno dei partiti?

A questa provocazione si potrebbe rispondere al volo con il mitico slogan “L’immaginazione al potere” coniato a Parigi, nel 1968, durante la cosiddetta “rivoluzione di maggio”.
Ma questa volta cari amici ce la dobbiamo vedere fra di noi, fra le nostre coscienze, sapendo tutti che c˙é un pó di vero in questa provocazione che certo da una parte non puó fare altro che turbarci, ma sicuramente dall˙altra ci aiuta a prendere la palla al balzo per capire se una soluzione esiste al problema esposto.Non nascondo, né mai potró farlo di appartenere ai grilli versiliesi, siamo pochi ma molto informati e continuamente aggiornati su temi forti quali le energie alternative, il possesso pubblico dell˙acqua, lo smaltimento corretto dei rifiuti, la mobilitá sostenibile, l˙economia solidale, le monete locali e la decrescita, l`open source e la trasparenza decisionale nelle pubbliche amministrazioni ed altro, ma non basta.Sappiamo di non sapere tutto e di non avere una bacchetta magica per poter risolvere qualsiasi problema e chi ce l˙ha del resto? Siamo noi tutti, che come insieme di cittadini di qualsiasi convinzione e colore di appartenenza, con le nostre competenze, conoscenze, eccellenze e legittime domande di cambiamento, potremmo riuscire insieme e dico insieme partecipando attivamente alle attivitá politiche della nostra cittá, a poter avere le soluzioni a tanti problemi, ma come poter realizzare ció? Questa é una sfida che la provocazione in atto ci lancia, cari signori e signore e che ci vede indissolubilmente uniti nell˙affrontarla e cercare di trovare una soluzione.Una mano peró ve la vorrei dare e proporre e viene dalla forma di decisione finale che come grillini prendiamo e che abbiamo mutuato dai Gruppi di acquisto solidale:le decisioni finali nel nostro gruppo non vengono prese a maggioranza contro la minoranza, ma solo con voto unanime.Voto unanime attenzione, non vuol dire all˙unanimitá o con voto bulgaro, anche se sembra simile il concetto é totalmente diverso. Voto unanime significa che pur partendo da posizioni concettuali anche distanti all˙inizio di ogni discussione, sappiamo che tutte le decisioni che verranno prese saranno nell˙interesse del gruppo e avranno bisogno dell˙apporto di tutti, fino ad arrivare a deliberare la decisione finale che se pur quest˙ultima non possa essere completamente condivisa, sará peró il frutto di tutti i consigli e gli apporti dati da tutti i membri del gruppo, proprio al fine di salvaguardare e migliorare il gruppo stesso.

I miei riferimenti culturali al riguardo vanno dalla omnicrazia, al potere di tutti, all`empowerment, alla democrazia diretta, alla democrazia globale, all`autogoverno del “cambiare il mondo senza prendere il potere”, a non ammettere scorciatoie di conquistare palazzi,stanze dei bottoni,cortili.La liberazione dal nostro modo di pensare e di essere sará difficile,richiederá un lungo e paziente lavoro su noi stessi e con gli altri.Sará un mutamento esistenziale e antropologico.Mi trovo quindi d˙accordo con un famoso politico di sinistra quando dice che “la dimensione etica non costituisce una dimensione separata rispetto a le scelte che vengono prese in politica”, ma non mi trova ugualmente d`accordo quando ribadisce che “la mediazione politica sia aperta a tutte le possibilitá, buone o cattive legate solo ai fini che si propone il soggetto che le persegue”.Detta in soldoni, molti fanno finta di non capire che il sistema politico-istituzionale versa ormai in una crisi di legittimazione irreversibile come tutte le assemblee elettive e anche quelle locali, come luogo trasparente dove vengano prese le decisioni per l˙intera comunitá, dovuta alla sterilizzazione del dibattito interno dei partiti e alla mass-medializzazione del mercato politico elettorale e delle sue attese ed esigenze.

Si tende cioé sempre più a proporre e seguire a livello di soluzioni politiche,le attese dei cittadini come la sicurezza delle nostre strade o il problema dei parcheggi a Viareggio, piuttosto che perseguire in maniera lungimirante gli obiettivi che dovrebbero essere vincolanti di un programma politico, che preveda veramente la realizzazione del benessere e della partecipazione della gran parte dei cittadini stessi amministrati.Per farla breve, ma il discorso sarebbe più complesso, è giunto a mio avviso il momento da parte dei gruppi attivisti locali, sociali, della cooperazione, del volontariato, dell`economia solidale, della cittadinanza attiva e della decrescita,in maniera del tutto non violenta e solidale, di rigenerare e rivalutare la politica riappropriandosene, dissequestrandola dal monopolio dei partiti, tramite un movimento di autotrasformazione che investa prima di tutto noi stessi, le nostre attuali convinzioni e il rapporto di noi stessi gli altri.

Continuo con una celebre frase di Paul Valery:”la politica è l`arte di impedire alla gente di immischiarsi in ció che la riguarda”.E i ceti aggiungo io, che detengono i poteri reali controllano tramite le caste (politiche,sindacali e giornalistiche) quel che resta dei poteri pubblici.

Prima di ipotizzare nuove regole democratiche, si possono immaginare ad esempio comunità di persone che danno vita ad economie “sostanziali” cioè reali, o di “transizione”, autocentrate sulle effettive necessità dei fruitori e sulle reali disponibilità produttive esistenti nei territori.Capaci cioè di garantire un minimo di autonomia economica e di sovranità politica e sganciandosi dalle dipendenze alimentari, energetiche,trasportistiche,edilizie e persino finanziarie (adottando il progetto dei buoni locali di solidarietà SCEC).In questa logica potremmo pensare a creare un intreccio e una contaminazione positiva tra gruppi di acquisto,banche del tempo, gruppi legati al car sharing e al car pooling, alla mobilità sostenibile, all'autorecupero abitativo, autoproduzione,cohousing..arrivando al microcredito e alle monete locali appunto.Una trama di relazioni che si interfaccia solidalmente con i produttori locali e magari biologici.Consumo critico e mutualismo possono essere una risposta concreta ai nuclei familiari e comunità locali.
Si potrebbero aumentare le aree coltivate ad orto in città e fuori,creare nuove officine di riparazione,dei mercati contadini o "Mercati del cuore" dove i produttori vendono direttamente i loro prodotti e non solo alimentari,mercati del riuso e dello scambio di oggetti usati, incentivare gruppi di colleghi che accordandosi fra loro concordino tempi di trasporto e di lavoro, gestione di cooperative mutualistiche di attrezzature varie compresi i forni del pane e creare welfare di prossimità.
Si dovrebbero aumentare la manutenzione delle reti idriche ed incentivare il consumo dell’acqua del rubinetto e il suo riuso anche per i servizi igienici, adottare le filiere del recupero, riciclo, riuso dei materiali post-consumo creando attività, posti di lavoro e isole di vera ricchezza economica locale.Si potrebbero inoltre autofinanziare corsi per autocostruttori e autoinstallatori di pannelli solari e di coibentazione domestica e artigianale.

In questa ottica si dice che questa crisi dovrà servire da volano per una grande riconversione degli apparati produttivi ed energetici dell’era del “dopo petrolio”.
Le buone pratiche e i nuovi stili di vita autosostenibili sono coerenti e disponibili con la prospettiva di una profonda innovazione dell’economia che preluda ad un vero, serio e coerente programma di cambiamento anche delle regole e dei modi di rappresentazione democratica delle istanze dei cittadini.
Post ispirato in ampi tratti dal libro "Decrescita o barbarie" di Paolo Cacciari

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lunedì 26 gennaio 2009

Requiem delle "liste civiche"

L'immagine qui sopra illustra la situazione del consiglio comunale di Viareggio al 29 Aprile del 2008. Una netta divisione in due blocchi contrapposti, maggioranza ed opposizione, ma con all'interno diverse provenienze, diverse liste, diverse "correnti di pensiero" e quindi anche vedute, magari anche solo leggermente, diverse. Da una parte la maggioranza (PdL, UDC, MCL, Vivere Viareggio, Per Torre del Lago) dall'altra l'opposizione (PD e Sinistra Arcobaleno).
Dopo poco più di otto mesi ecco come si presenta la situazione.


Il consiglio, magari con proporzioni e alcuni partiti diversi, è praticamente uguale al nostro parlamento. Due blocchi contrapposti con due maxi-partiti accompagnati da altrettante, più o meno piccole e più o meno schierate, compagini.
Le famose liste civiche, quelle del cambiamento, quello fuori dai giochi della politica, insomma quelle "dure e pure", semplicemente vaporizzate. Con buona pace di chi, magari per una voglia di cambiamento o non sentendosi ben rappresentato dai partiti che siedono anche e Roma, aveva votato per queste differenti realtà.
Liste civiche "storiche", quelle presenti nel panorama locale da oltre un decennio e anche quelle dell'ultima ora, indifferentemente, fagocitate dal maxi-partito PdL (il più grande che la storia del comune ricordi). E sui banchi della maggioranza, visto che l'unico non allineato siede altrove (e senza ruffianaggine possiamo dire svolge un ottimo lavoro) un grandissimo monocolore. Facilmente gestibile, facilmente manovrabile e di conseguenza che difficilmente si distacca dagli ordini di scuderia. Una piccola armata di ditini sull'attenti, pronti (a volte c'è da dire neanche tanto) al momento del voto a pigiare, senza pensarci troppo, si o no a seconda dei desideri di altri. Non si spiegano altrimenti certe scelte scellerate.
Lo stesso si dica di altre realtà, non rappresentate in consiglio, ma a loro volta confluite nelle varie "astronavi madre", da una parte e dall'altra con la promessa di qualche ricompensa, leggi poltrone.

In un sistema dove la parola "partecipazione" rimane appunto parola, vergata su carta o impressa su un monitor la lista civica è uno dei pochi modi, se non l'unico, che hanno i cittadini, quelli che magari non si riconoscono nelle ideologie, nei partiti o comunque in questo sistema di fare politica, che intendono la politica come un servizio reso alla comunità e non come un mezzo per arrivare ai propria scopi personali, di entrare nella "stanza dei bottoni", di portare le idee loro e di tutti quelli che vanno a rappresentare. Un sistema che per anni è stato utilizzato come traghetto dei "soliti noti" usciti dalla porta e rientrati dalla finestra con la scusa della terzietà rispetto a certi schieramenti. Un sistema che oggi, specie nella nostra città, risulta fortemente compromesso nella fiducia dei cittadini.

Con che faccia fra 4 anni e mezzo chi vorrà si potrà presentare (o ri-presentare) agli elettori come lista civica veramente diversa? Chi potrà assicurare i cittadini che un volta sulla poltrona non avvengano i ben noti "salti" da una parte e dall'altra? Certo il tempo lava l'onta ma il disagio (e le testimonianze) di quello che è successo rimangono e rimarranno a futura memoria.
L'unica soluzione possibile è che finalmente, una volta per tutte, i cittadini prendano in mano il timone della politica civica, mettendosi insieme e garantendo con la loro stessa presenza di essere veramente fuori dai "giochini di partito" e aldilà delle loro idee personali, collaborino per fare veramente le cose giuste, per far partecipare la città alle scelte politiche, in definitiva per il bene di tutti.

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domenica 25 gennaio 2009

Mobilità sostenibile


La mobilità sostenibile è un sistema di mobilità urbana in grado di conciliare il diritto alla mobilità con l'esigenza di ridurre l'inquinamento e le esternalità negative, quali le emissioni di gas serra, lo smog, l'inquinamento acustico, la congestione del traffico urbano e l'incidentalità. Queste esternalità hanno un costo sociale che grava su tutti. Possono essere rimosse soltanto con una adeguata regolamentazione mediante intervento pubblico. In Italia la mobilità sostenibile è stata introdotta con il Decreto Interministeriale Mobilità Sostenibile nelle Aree Urbane del 27/03/1998. La normativa non ha però raggiunto i risultati sperati. I problemi relativi alla mobilità sono stati spesso demandati alle amministrazioni locali, senza un vero e proprio piano di intervento a livello nazionale e sovranazionale.

Gli interventi di mobilità sostenibile
Attualmente gli interventi di mobilità sostenibile possono considerarsi ancora alla fase sperimentale. Elenchiamo i principali:

Trasporto pubblico locale
E' la prima storica forma di mobilità sostenibile. Veicoli adibiti al trasporto di massa consentono di ridurre l'utilizzo dei mezzi privati.
Un esempio è il Piedibus è un mezzo di trasporto speciale, ma nello stesso tempo anche il più semplice che si possa immaginare: è il sistema più sano, sicuro, divertente e soprattutto ecologico per andare e tornare da scuola. Piedibus ha la stessa funzione di uno scuolabus, perché è formato da un gruppo di bambini “passeggeri” e da due o più adulti “autisti” e “controllori”, con la differenza che tutti si muovono a piedi.

Corsie preferenziali
Queste corsie sono autorizzate soltanto ai mezzi pubblici (autobus, taxi, mezzi di emergenza). Permettono di creare due forme di scorrimento, congestionata per i mezzi privati e scorrevole per quelli pubblici o di pubblico intervento.

Piste ciclabili
In alcune città del Nord Europa sono la vera alternativa all'automobile. Le piste ciclabili sono situate a lato delle strade e riservate esclusivamente alle biciclette. Città come Amsterdam dimostrano come questa scelta sia praticabile e a basso costo. Non è però adatta ovunque, soltanto nelle città pianeggianti o con bassi dislivelli.
Si é anche potuto osservare che l'uso della bicicletta offre vantaggi evidenti per distanze al di sotto dei 5 km. Per cui, la realizzazione di una rete di percorsi ciclabili (o mista ciclo-pedonale) risponde essenzialmente all'obiettivo di incremento dell'accessibilità urbana in condizioni diffuse e lo raggiunge efficacemente solo se ben integrata con le politiche della mobilità e se non è limitata solo alle aree periferiche, ma allargata a tutta l'area di interesse e spostamento della popolazione mobile. L'inserimento nel tessuto viario esistente di sedi ciclabili, possibilmente protette, al fine di una riorganizzazione della viabilità rispetto alle diverse categorie di utenze, con la separazione del traffico veicolare da quello ciclabile, offre indubbi vantaggi nell'ambito della sicurezza e dell'incolumità dei ciclisti e contribuisce contemporaneamente ad una maggiore fluidità del traffico motorizzato stesso. La promozione dell'uso della bicicletta come alternativa ai veicoli a motore rappresenta uno dei più significativi impegni per uno sviluppo durevole e sostenibile, concorrendo alla riduzione di emissione di gas inquinanti nell'atmosfera e al decongestionamento del traffico urbano. Per incoraggiare i cittadini a ridurre l’uso della propria auto è fondamentale creare una rete di collegamenti ciclabili continua, sicura e ben riconoscibile, nonché integrata con altre forme di mobilità.

Pedaggio urbano
L'accesso a pagamento a strade o zone urbane. Trova la sua massima applicazione nel Road Pricing che estende il pagamento del ticket a tutte le automobili in entrata nella città (es. Londra).

Park pricing (o parcheggi a pagamento)
L'applicazione di ticket orari sui parcheggi tende ad aumentare il costo di utilizzo dell'automobile privata e facilita l'accesso al parcheggio per soste di breve periodo. In Italia sono conosciute come 'strisce blu'. Questa forma di intervento è adatta soprattutto nelle aree centrali della città. Crea invece malcontento nelle aree sub-urbane e periferiche.

Car sharing e Car pooling
Questi servizi sono basati sul principio dell'auto privata per uso collettivo. Nel caso del Car Sharing l'automobile è noleggiata per poche ore presso le apposite società e riconsegnata al termine del suo utilizzo. Nel caso del Car Pooling l'automobile è di proprietà di un privato che la mette a disposizione per compiere tragitti casa-lavoro insieme ad altre persone, spesso conoscenti o colleghi, con la stessa esigenza di orario e di percorso.

Mobility Manager
E' una figura quasi mitologica. E' stata introdotta nel 1998 con la funzione di analizzare le esigenze di mobilità dei dipendenti delle aziende pubbliche e private, agevolare il car-pooling e sincronizzare gli orari lavorativi con quelli del trasporto pubblico. I mobility manager partecipano a riunioni e incontri con le amministrazioni locali per migliorare la viabilità e il trasporto. La nomina di un mobility manager nelle aziende private è soltanto facoltativa e pertanto la norma è rimasta inattuata.

Blocco del Traffico
Il momentaneo blocco del traffico urbano è una misura di emergenza per ridurre il traffico veicolare e le emissioni inquinanti. Non risolve il problema. L'intervento mira a vietare l'uso dell'automobile per far provare forme di mobilità alternative e più sostenibili (es. trasporto pubblico). Il blocco del traffico può essere parziale o totale. In caso di blocchi ripetuti nel tempo viene applicato sotto forma di blocco per 'targhe alterne' (pari o dispari) o per tipologia di veicolo (euro0, euro1, euro2, euro3, euro4)

Strumenti conoscitivi e di analisi della mobilità locale
Per affrontare i tanti e complessi problemi legati al traffico e alla mobilità nelle città, le autorità locali dovrebbero dotarsi di strumenti di conoscenza, analisi e confronto che consentono un monitoraggio costante degli indicatori di efficacia degli interventi finanziati a favore della mobilità urbana e del trasporto pubblico.
In particolare e in stretta collaborazione con le altre Amministrazioni pubbliche del nostro territorio, occorre installare un sistema di monitoraggio che permette un confronto, continuo e sistematico, tra le diverse città, al fine di individuare una serie di parametri che incidono sulla qualità del nostro muoversi in città.
Per l’ambiente i parametri individuati sono la qualità dell´aria (con l'installazione di centraline in punti strategici della città); la sicurezza della mobilità ed il risparmio energetico; per il trasporto pubblico invece sono l’efficacia (numero di viaggiatori/ricavi tariffari); l’efficienza (costi operativi orari, velocità commerciale); la capacità di autofinanziamento (ricavi da traffico) e la qualità del servizio: indicatori per fattori di qualità (regolarità, puntualità, accessibilità e sicurezza del servizio).

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sabato 24 gennaio 2009

Rai, D’Angelo: ho votato contro la multa a Santoro

Il Garante per le Comunicazioni ha multato la Rai per 50 mila euro. Sotto accusa c’erano Santoro ed Anno Zero per la puntata del maggio 2008 che aveva rilanciato le aspre accuse di Beppe Grillo contro il presidente Napolitano e Umberto Veronesi. Il Garante – scrive oggi Repubblica – ha deciso la multa a maggioranza. Contro la sanzione si sono espressi tre commissari, Sortino, Lauria e D’Angelo. A quest’ultimo abbiamo chiesto il perché del suo voto contrario. “Sono stato contrario all’adozione dei provvedimenti nei confronti di Fazio e Santoro – afferma Nicola D’Angelo - non solo per specifiche ragioni procedurali e di merito ma soprattutto per una considerazione di ordine generale. L’attività giornalistica e l’informazione sono questioni troppo importanti perché siano oggetto di verifiche e censure in sede amministrativa. Una delle conquiste principali della nostra Costituzione – afferma il consigliere - è stata la tutela della libertà di informazione, anche e forse soprattutto quando è scomoda e non condivisa. Se ci sono eccessi, l’ordinamento appresta strumenti quali il giudizio penale, la rettifica e l’intervento dell’ordine dei giornalisti. L’esercizio di un sindacato diverso, secondo parametri di ampia discrezionalità, è un precedente rischioso. È vero che l’Autorità ha un compito di vigilanza sulla RAI, ma questo compito deve essere necessariamente svolto nel più rigoroso rispetto dell’art. 21 della Costituzione. Quanto poi all’affermata violazione dei diritti della persona nei casi trattati, la tutela di questi diritti, secondo la legge, si riferisce non a soggetti individuali ma ad interessi di natura collettiva e soprattutto tende ad evitare che le trasmissioni possano indurre all’odio, alla violenza e al razzismo, concetti certamente non rinvenibili in questi casi”. “D’altra parte – conclude Nicola D’Angelo - mi sembra che nella televisione italiana ci siano ben altre trasmissioni che non mostrano particolare riguardo per la tutela della persona, per esempio nel poco rispetto per le donne, per i bambini, per le minoranze”.

SPENGETE LA TV, ACCENDETE IL CERVELLO

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venerdì 23 gennaio 2009

Work in progress


ATTENZIONE! STIAMO LAVORANDO PER VOI/NOI...

Nell'ultima riunione i Grilli Versiliesi hanno approvato l'atto di costituzione dell'omonima associazione di promozione sociale. Questo importante strumento ci permetterà di muoverci un po' meglio nella realtà locale, di accedere a strumenti per valorizzare il nostro operato e aumentare la nostra capacità d'azione. Oltre all'indiscutibile fatto di "pesare" un po' di più quando ci rapporteremo coi nostri dipendenti...

Una volta svolte le doverose pratiche burocratiche cominceremo ad adoperarci per utilizzare al meglio questa incredibile opportunità che, con grossi sforzi e con le nostre sole forze, stiamo costruendo...

Tenetevi forte... stiamo arrivando!

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giovedì 22 gennaio 2009

dibattito inceneritore a Pietrasanta

Torno a parlare di salute e di inceneritori , perché penso che non se parli mai abbastanza, ma soprattutto per parlare e fare alcune considerazioni sulla serata organizzata dal Comitato ambiente della Versilia che, dopo molte traversie, ha finalmente ottenuto un incontro con i Sindaci della Versilia per parlare e dibattere del camino del Pollino.
In tutti i resoconti giornalistici e televisivi locali si è parlato della presenza dei Sindaci, dei bei discorsi fatti dai responsabili ARPAT locali e del servizio ambiente della Provincia, nonché della proposta a dir poco singolare fatta dal Sindaco di Seravezza, nonché Presidente del Consorzio Ambiente Versilia Ettore Neri, di referendum per chiedere ai cittadini se sono disposti a spendere 70 milioni di euro(di Pantalone) per riscattare il camino del Pollino dimenticando pero' di informare i lettori su alcuni interventi chiarificatori importanti.
Alla serata fortemente voluta dai cittadini, erano presenti i Sindaci Neri per Seravezza, Lunardini e Assessore Cinquini per Viareggio, Assessore Giovannetti per Pietrasanta, Bertola per Camaiore e il nostro Sindaco pro tempore Umberto Buratti.
Assenti giustificati? oltre al Sindaco Silicani di Stazzema guarda caso i Sindaci sui cui territori insistono gli impianti del Pollino e di Pioppogatto: i Sindaci Mallegni di Pietrasanta e Larini di Massarosa.
Era presente anche l' Assessore Provinciale all' ambiente Cavallaro, la quale ha il merito di aver sempre partecipato alle iniziative ed incontri proposti dai vari comitati e che quindi ,forse proprio per questa sua predisposizione al confronto, è uno dei pochi politici da apprezzare.
L' aspetto su cui in questi anni si doveva e si deve battere il mortaio per tentare di chiudere definitivamente il camino del Pollino è quello ambientale e sul quale a mio avviso i Sindaci della Versilia non hanno giocato bene le proprie carte a disposizione.
Anzi hanno giocato d' attesa in modo che la palla inceneritore passasse alla nuova persona giuridica addetta a gestire lo smaltimento rifiuti nelle Province di Massa, Lucca, Livorno, Pisa: l' ATO COSTA.
Dimenticando forse che nelle materie igiene e sanità esistono delle precise responsabilità da parte degli organi politici che omettono di salvaguardare la salute dei cittadini.
A mia precisa domanda rivolta al Presidente del Consorzio Ambiente Versilia Ettore Neri (nato con euro 100000 di soldi nostri) per avere risposte in merito alle attività svolte dal Consorzio per salvaguardare la salute dei cittadini, questi ha cominciato la filippica dei costi di gestione e di cosa sta facendo Seravezza per la raccolta differenziata senza rispondere alla mia domanda.
Tornando a rimarcare quello di cui i media locali non hanno focalizzato di quella serata pubblico i video-intervento di una rappresentante del Comitato ambiente della Versilia e di un rappresentante illustre della federazione nazionale ordine dei medici, nonché esperto della materia incenerimento, Dott. Bolognini.
Nel primo intervento si evidenziano alcuni aspetti poco chiari sull' informazione derivata dagli sforamenti di diossine avvenuti nel 2008 in quell' area e ponendo chiare domande agli esperti e ai nostri amministratori.



Dai documenti letti si sono avuti tre sforamenti importanti di diossine una dei quali superiore di venti volte ai limiti di legge già di per se assolutamente insufficienti.
L' attuale legge infatti fissa limiti solo per le particelle di diametro più grandi senza minimamente prendere in considerazione le particelle più pericolose: le nanoparticelle.
Nell' intervento del Dott. Bolognini invece si mettono a fuoco due aspetti: l'aspetto puramente amministrativo e l'aspetto sanitario.
Per il primo aspetto è da rimarcare il fatto che l' inceneritore del Pollino (unico caso in Italia) è stato costruito su un area soggetta a bonifica e pertanto priva della certificazione di avvenuta bonifica e senza valutazione di impatto ambientale che impone una valutazione comparativa delle alternative.
Per intenderci è come se io costr
uissi e andassi ad abitare in una casa senza il certificato d' agibilità.
Il secondo aspetto è l' aspetto sanitario per il quale mi piace rimarcare il fatto evidenziato dal Dott. Bolognini relativamente ai costi benefici dell' inceneritore.
In tutte le zone in cui è stato costruito un inceneritore si è avuto un aumento esponenziale di morti e malati di cancro con costi elevatissimi sia dal punto di vista sociale che (cinicamente) economico con costi così quantificabili:
- cancro mortale o non, euro 2.000.000;
- morte prematura, euro 1.000.000;
- valore di un anno di vita perso, euro 50.000;
- un punto di quoziente intellettivo perso a causa del mercurio che si sprigiona dai camini dell' inceneritore.
In attesa di conoscere l' esito dei presunti taroccamenti dei software di controllo delle emissioni inquinanti dai camini dell' inceneritore, la società VEOLIA che ha acquistato l' impianto, dopo aver dichiarato a seguito dei lavori di ristrutturazione all' impianto stesso che l' inceneritore (bontà sua) è uno dei più sicuri in Italia, provvederà ai controlli delle emissioni in autocontrollo senza le autorità del SSN, che mi sembra non abbiano intenzione di muovere un dito.
C'è da fidarsi?
A vedere anche dalle facce perplesse e confuse dei Sindaci quando si parla di emissioni di inquinanti credo proprio di no.
Forse se questi signori (senza offesa) avessero partecipato di più alle nostre iniziative di informazione sarebbero stati meno impreparati e avrebbero dato risposte un tantino più' concrete alla cittadinanza.
Le alternative esistono.
Basta aver il coraggio politico di portarle avanti senza paura.



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Incredulità


A più di una settimana risulta ancora incredibile a tutti noi quello che è successo nell'ultimo consiglio comunale.

La mozione della Sinistra Arcobaleno "verso rifiuti zero", condivisa dal PD e durante tutti gli interventi, anche dalla maggioranza, a sorpresa di tutti, al momento della votazione è stata rigettata dal blocco compatto del PdL.

Troppo vincolante hanno risposto i consiglieri Peralta e Ratti, dopo che alcuni di noi erano andati a chiedere spiegazioni in merito a questa assurda levata di scudi. Gli altri hanno preferito rimanere in silenzio.

Troppo vincolante... Vincolante in cosa? Abbiamo letto e riletto il documento (che tutti possono leggere) e anche assumendo l'aria meno etica ed ambientalista possibile gli unici vincoli trovati sono quelli imposti dalle leggi nazionali e dalle direttive europee, che devono essere rispettati anche senza la delibera. Per il resto si trattava solo di uno sprone per il sindaco, di uno stimolo al miglioramento. Per lui e per la cittadinanza tutta. Un voto unanime sarebbe stato un gesto netto e chiaro: basta allo spreco, basta produrre troppi rifiuti. Si accennava a malapena all'inceneritore, ad aumentare i rapporti con provincia e altri comuni sul tema rifiuti. Per il resto c'era già da parte dell'amministrazione l'impegno alla copertura totale con la raccolta porta a porta. E allora quali sono i vincoli? Ce lo spieghino i consiglieri che si sono opposti, qui, davanti a tutti. Ci inviino una mail (basta cliccare la letterina sulla destra dopo i banner) con le loro motivazioni e noi la faremo leggere a tutti. Consiglieri: "dite una cosa di sinistra! Dite una cosa anche di non-sinistra, di civiltà! Consiglieri dite una cosa! Dite qualcosa! Reagite!"

Il tempo del muro contro muro deve finire, non si può ragionare in modo politico su questi fatti. Non si può ridurre in politica la salute delle persone, il futuro dei propri figli e nipoti. Basta! Non siete più in campagna elettorale, dovete fare il bene della città!


La mappa di inceneritori e discariche europee

La quasi-citazione

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mercoledì 21 gennaio 2009

Come sopravvivere al vento di cambiamento?

Gli americani già se lo domandano. In USA, è sempre esistita una corrente «survivalist», di gente che accatasta viveri d’emergenza, armi e oggetti da campo in vista di un’autosufficienza forzata in caso di catastrofe. Questa corrente ha preso ora nuova vita.

Apocalittico, un sito survivalista (The Power Hour) fornisce l’elenco dei «100 generi che saranno i primi a sparire»: tipicamente americano, mette al primo posto «generatori autonomi», al terzo «wc portatili», al settimo «armi, munizioni, coltelli, bastoni», al 29mo «assorbenti femminili»; e solo al 93mo posto «sigarette» - il che me lo rende, personalmente, non del tutto credibile.Alcuni dei consigli però suonano molto sensati: «legna da ardere» (quarta nella lista), con l’avvertenza che la legna ci mette da 6 a 12 mesi per asciugare in modo da poter essere usata come combustibile.«Apriscatole a mano» e «mola per grano manuale» se mancherà l’elettricità. «Mutande lunghe e maglie da pelle di lana», mi paiono di essenziale utilità, come anche i «fazzoletti da collo» (i cow boy, ricordate, per non sporcare troppo la camicia), «stivali di gomma» e «cappelli», nonchè i «bidoni da spazzatura», che possono diventare un mezzo di trasporto se sono con le ruote. «Lamine di alluminio», sia in fogli sia più spesse, «ottime per cucinare e per baratto». Quanto alle «taniche per acqua», sono segnalate «urgenti», perchè fra le prime cose a sparire. Vero, l’ho visto a Sarajevo.

E a proposito: un «sopravvissuto di Sarajevo» (tre anni di assedio), fornisce una lista più breve ma colma di esperienza vissuta, e meno americana:

1 Immagazzinare è d’aiuto, ma non si sa mai quanto durerà il guaio, quindi meglio localizzare una fonte di cibo vicina.

2 Vivere vicino a un pozzo dotato di pompa a mano è come il Paradiso.

3 Dopo un po’ anche l’oro perde la sua appetibilità; invece, non c’è merce di lusso più desiderata della carta igienica; il suo valore di scambio diventa superiore a quello dell’oro.

4 Se si deve rinunciare a un servizio, meglio perdere l’elettricità che il riscaldamento, è più facile farne a meno, a meno che non si viva in un posto di clima mite. Vero: a Sarajevo, il gelo era senza fine. La gente si metteva a letto nel pomeriggio, al primo buio d’inverno, ciò calmava anche un poco il senso di fame. E’ accaduto lo stesso in Romania, ai tempi di Ceausescu.

5 Il cibo in scatola è ottimo, specie se è mangiabile senza cottura. Ma una delle cose migliori da immagazzinare è il sugo in scatola, perchè rende in qualche modo commestibili le cose asciutte e poco attraenti che si trovano da mangiare in guerra. Richiede calore suffficiente per riscaldarlo, non cuocerlo.

6 Avere dei libri, meglio di evasione, storie d’amore, di spionaggio eccetera: diventano sempre più preziosi più a lungo la guerra continua. Si avrà un sacco di tempo libero.

7 L’aspetto umano può presto svanire. Potrei raccontarvi di tanta gente di mia conoscenza che avrebbe scambiato un pasto di cui aveva bisogno per un po’ di dentifricio, rosso per labbra, lamette da barba, Colonia. Sono cose che tirano su il morale come niente altro.

8 Candele a lenta consumazione e tre altre cose: fiammiferi, fiammiferi, fiammiferi.

In un altro sito qualcuno riflette, in modo profondo, su come mai nel 1929, nonostante le estreme durezze della vita, la società non implose; e come mai invece la società gli pare tanto più fragile e vulnerabile al caos delinquenziale. E’ una riflessione che vale anche per noi. Vale la pena di riportarla:«Consideriamo le qualità dell’America degli anni ’30. Era una società largamente agricola ed autosufficiente. Oggi l’1% della popolazione coltiva, e mantiene il restante 99%. Non dipendeva tanto quanto noi dalle reti di compuer, di comunicazione, dalle reti elettriche e dai carburanti da petrolio. La catena di rifornimento era corta: si mangiavano cibi coltivati nel raggio di cento chilometri. La classe dei marginali, dipendente dalla carità pubblica o privata, era più piccola. Imposte, tasse e tariffe di ogni genere erano più lievi. La maggioranza dei lavoratori aveva il posto di lavoro vicino a casa. In più, i disoccupati, erano disposti ad accettare lavori manuali duri, e pagati meno. La nazione intera era economicamente autosufficiente e poteva farcela senza importazioni. C’era un livello di indebitamento, pubblico e privato, molto più basso. All’inizio della Depressione, la maggior parte delle famiglie disponeva di risparmi liquidi; oggi siamo una nazione di debitori. Esisteva una moneta sana, ancora basata sul bimetallismo. Benchè Roosevelt avesse nel 1933 sequestrato tutto l’oro in mano ai privati, il dollaro era ancora pienamente redimibile in argento, e ciò fino al 1964. L’occupazione nelle grandi corporation era minore, e dunque minore il rischio di licenziamenti di massa capaci di devastare intere città. Una società più morale, che aveva degli scrupoli e un atteggiamento generale di rispetto della legge. Una società omogenea che condivideva comuni valori cristiani (l’autore dice ‘giudeo-cristiani’), che andava in chiesa regolarmente; che conduceva una vita meno costosa, con gusti alimentari e abitudini di divertimento che non richiedevano grossi esborsi di denaro. Molte famiglie avevano una sola auto, e vivevano in case pià piccole, dunque più economiche da riscaldare. Nel 1930 la vita costava meno come percentuale del reddito, e la gente era capace, abituata e volonterosa di ‘fare senza’. Quando persero il lavoro, per lo più non persero anche la casa, perchè avevano finito di pagare il mutuo. Molta gente potè semplicemente tornare a un modo di vita autarchico e pagare le imposte sulla proprietà immobiliare con lavori contingenti.Oggi l’imposizione fiscale è eccessiva».«
Se l’America dovesse passare un’altra Grande Depressione, dato l’altissimo indebitamento e l’altissima dipendenza da reti e sistemi, ci sarebbero enormi sconvolgimenti e moltissimi senza-tetto. E con la attuale immoralità e l’atteggiamento prevalentemente egoistico che abbiamo assunto, non ho dubbi che esploderebbero saccheggi e disordini».


Speriamo in Obama...

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martedì 20 gennaio 2009

Riunione di coordinamento dei Grilli Versiliesi

I Grilli Versiliesi sono lieti di comunicare la data della prima riunione di coordinamento del 2009!!!

L'incontro si terrà mercoledì 21 gennaio, alle 21,30 nei locali parrocchiali di S.Paolino siti in via S.Andrea 196 a Viareggio.

Ecco l'ordine del giorno:
- calendario preciso degli incontri futuri;
- bilancio 2008, chi vorrà potrà fare una relazionei;
- progetti 2009, iniziare a costruire le azioni future, con criterio;
- liste civiche vicine e lontane;
- raccolta fondi per la costituzione dell'associazione;
- varie ed eventuali.

Siete tutti invitati a partecipare.

A presto.
Grilli Versiliesi

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Qualche numero di giunta e consiglio comunale


Facendo una rapida ricerca sul web si scoprono alcune cose interessanti sui nostri dipendenti che siedono in giunta e consiglio, per cominciare pubblichiamo una semplice statistica. Sono solo numeri e in quanto tali difficilmente si mostrano ad interpretazioni, certo è che abbiamo un consiglio vecchio e non molto preparato sui temi da affrontare (lauree o diplomi non attinenti). A presto per una migliore panoramica in merito, con un curriculum completo.


GIUNTA (9 componenti)
- componenti con età minore di 40 anni: 1 (11%)
- componenti con età compresa tra 41 e 50 anni: 5 (55%)
- componenti con età maggiore di 51 anni: 3 (33%)

- componenti in possesso di laurea: 4 (45%)
- componenti in possesso di diploma: 4 (45%)
- componenti in possesso di licenza media: 1 (10%)

CONSIGLIO COMUNALE (30 componenti)
- componenti con età minore di 30 anni: 1 (3%)
- componenti con età compresa tra 31 e 40 anni: 3 (10%)
- componenti con età compresa tra 41 e 50 anni: 10 (33%)
- componenti con età compresa tra 51 e 60 anni: 7 (24%)
- componenti con età compresa tra 61 e 70 anni: 6 (20%)
- componenti con età superiore a 71 anni: 3 (10%)

- componenti in possesso di laurea: 5 (17%)
- componenti in possesso di diploma: 20 (67%)
- componenti in possesso di licenza media: 4 (13%)
- componenti in possesso di licenza elementare: 1 (3%)
Fonte: comuni-italiani.it

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Cosa fare e non fare durante la crisi

Qualcosa di grande sta per succedere con le nostre vite. La società è arrivata ad un punto di svolta. Il sistema economico è al collasso. Non è vero che non possiamo fare niente.

Ma questo periodo di crisi non deve comunque farci scordare il concetto di libertà.
Il concetto di libertà è assai complicato. Mi ricordo di un professore che la definì: la capacità di scegliere il bene. Un altro docente mi ha insegnato che la libertà è una proprietà degli atti umani volontari e coscienti.
La domanda non è se siamo liberi, ma quanto siamo liberi.La libertà è il numero di possibili risposte a uno stimolo. Di fronte a una minaccia, ad esempio il bastoncino dello sperimentatore, il lombrico ha solo due risposte possibili, mentre l’uomo ha una enorme ricchezza di reazioni.
Di fronte alla crisi il cui gravoso impatto sarà imminente nella nostra società, tutti possiamo e dobbiamo fare (o non fare) alcune cose, eccole secondo me :



1 – Avere dignità. Siamo tutti esseri umani. Abbiamo un valore inestimabile. Ogni uomo, donna e bambino è prezioso. La vita umana vale più di qualsiasi somma di denaro. Mettiamo la nostra dignità in primo posto, prima dello stato, prima dei soldi, prima delle banche e aziende. Per anni ci hanno fatto credere che il singolo non conta niente, non è vero. E' soltanto un modo per tenerci dormienti come zombi.


2 – Non avere paura. Il potere usa la paura per ridurre la nostra capacità di pensiero. Tramite la paura ci vengono imposte leggi, decisioni e situazioni che, in condizione emotiva serena, non avremo mai accettato. Guardate bene se esistono prove concrete che sostengono accuse, attacchi, attentati e qualsiasi affermazione che venga dalle sfere del potere.


3 – Essere pacifici. Esprimere la nostra oppinione in dimostrazioni pacifiche, senza teppismo. Il regime non aspetta altro per dichiarare la legge marziale e imporre una dittatura militare in nome della “nostra sicurezza”. I modi pacifici sono efficaci e indeboliscono chi con l'inganno ci domina.


4 – Non fidarsi di chi ha causato il danno. Non affidiamo alle persone e istituzioni che sono state responsabili della crisi il compito di “riparare” e “ricostruire un futuro”. Non importa se esse sono banche, partiti, chiese, università o altre classi di “pensatori”. Abbiamo bisogno di persone affidabili, oneste e con ottima reputazione.


5 - Formazione e cultura. Imparare è sempre importante, ma nei momenti di crisi è fondamentale. Non bisogna illudersi che i canali tradizionali possano essere sufficienti, perchè le inefficienze della nostra economia sono anche figlie delle informazioni delle scuole tradizionali. Bisogna leggere, leggere, leggere e ancora leggere. Libri, e-book, riviste settoriali e giornali. Frequentare corsi di formazione specifici e pratici.


6 – Usare il cuore. Andare direttamente al cuore di chi ci propone soluzioni. Non badare alle apparenze, è tempo di sostanza. Non sdegnare il piccolo e debole, è tempo di parsimonia e semplicità. Valorizziamo la solidarietà non la competizione.

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lunedì 19 gennaio 2009

Un martedì da leoni




"La storia dirà che George W. Bush è stato
un grande, grandissimo presidente degli Stati Uniti"

Silvio Berlusconi


Non dimenticheremo facilmente George "dabbliu" Bush. Gli storiografi si stanno già interrogando, il quesito è se George sia stato il peggior presidente degli ultimi 100 anni o il peggiore di sempre.
Sono in molti i responsabili dello sfacelo del pianeta, non escluderei nessuno, il pianeta appartiene a tutti e tutti dovrebbero aver cura della Terra, non è che ne abbiamo un'altra a disposizione.
Fra tutti i responsabili c'è però qualcuno che è più responsabile di altri.
Sono i capi di stato, quelli che preferiscono fare le guerre ed esportare la democrazia con i missili e i carrarmati o parlano di energia pensando al petrolio o al nucleare o ancora, quando si accordano con le banche per fottere i risparmiatori e fanno lievitare il debito pubblico.
L'economia degli Stati Uniti d'America è stata fino ad oggi quella che ha trainato il mondo intero, i suoi presidenti sono un po' come degli amministratori delegati e da loro dipende dunque il presente e il futuro del mondo.
Non si può essere irresponsabili, non ci si può permettere di far scoppiare una guerra sulla base di false prove e poi dire, "ops mi sono sbagliato..."
In questo 2008 appena passato abbiamo visto segnali di cambiamento importanti.
Obama? No quella è la manifestazione di una speranza.
Il vero cambiamento è arrivato da un giornalista che si è tolto le scarpe e le ha lanciate all'uomo più potente del pianeta.
Sarà un esempio per molti.
Intanto godiamoci il martedì da leoni che da 8 anni aspettavamo.
Il 20 gennaio 2009 il mondo verrà alleggerito da uno dei suoi più gravi mali.
George, non ti rimpiangeremo MAI.



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domenica 18 gennaio 2009

SCEC o melanzane?




Ho chiuso il mio conto in banca.
Ho deciso di fare questo passo e sinceramente è una cosa che consiglio a tutti.
Possiamo fare a meno delle banche e del loro finto aiuto e reale interesse a spremerci come limoni.
Mi chiamavano solamente se il conto andava sotto e per ricordarmi che era meglio coprirlo quanto prima. Per sapere se ero contento dei loro servizi mi hanno chiamato solamente una settimana dopo che avevo chiuso tutto, domandandomi il perchè di tale decisione.

Ho chiuso il mio conto in banca perchè ero stufo di regalare soldi e sostenere questo meccansimo perverso del debito.
La massa monetaria circolante è del 6%, i soldi non ci sono, lo Stato s'indebita e i debiti li paghiamo noi.
I soldi quindi siamo noi a darli alle banche e poi le banche ce li prestano?!...ma che c***o di gioco è???
Siamo salvi ed abbiamo, per il momento, scampato il peggio.
Non abbiamo fatto la fine dell'Argentina grazie all'euro.
In Argentina però la gente reagiva, scendeva per strada, bloccava tutto e si faceva sentire battendo i mestoli sulle pentole e...inserendo la moneta locale.
Esiste anche da noi la moneta locale e si chiama SCEC.
A Viareggio e a Lido di Camaiore esistono già delle realtà che promuovono la moneta locale.
Il vantaggio è di tutti, specialmente perchè lo SCEC viene praticamente regalato, si paga solamente una quota annuale di 5 euro e non c'è debito dietro.
Oggi se vai in banca e chiedi un prestito ti chiedono una garanzia, cioè beni intestati (quindi soldi o titoli)...un po' come se andassimo dal verduraio e volessimo comprare una melanzana e il verduraio ci domandasse se a casa abbiamo delle melanzane come garanzia.
Passatemi l'aneddoto e cercate di capire l'aberrazione che il sistema banco-finanziario ci costringe a sostenere.
Possiamo dire basta...l'economia riparte dal basso!

Per iscriversi visitate http://www.arcipelagotoscana.org/

e per sapere dove spendere i vostri SCEC andate qui

p.s. vedi anche
http://www.beppegrillo.it/2009/01/i_conti_dormien.html

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Un SUV in salotto...

Le Tv al plasma starebbero per essere messe al bando perché consumano troppo. Il sito del The Indipendent, quotidiano inglese, pubblica una notizia citando fonti vicine alla Commissione Europea su una legislazione che ridefinisce i limiti di assorbimento energetico di questi apparecchi. E, come spesso accade in questi casi, si scoperchia un vaso di Pandora che dà la stura alle elucubrazioni del caso. Che cosa è successo? In prima battuta (quasi) nulla: un articolo pubblicato dall'Indipendent che definisce i plasma l'equivalente di un "4x4 in salotto". Una metafora che lascia subito intendere dove si vada a parare. Le Tv con tecnologia al plasma sono equiparati ai Suv che obbligano a consumi e a un impatto ecologico superiori senza garantire reali vantaggi in termini pratici.
[...]
Sempre stando ai dati proposti dall'Indipendent, un Plasma da 42" ha un assorbimento di 822 kilowatt per ora: un Lcd dello stesso tipo fa misurare circa 350 kWh, mentre un tubo catodico da 32" consuma 322 kWh. La risposta dell'Eicta, ovvero del consorzio europeo che si occupa di trovare soluzioni per abbassare l'impatto ambientale delle nuove tecnologie, non si è fatta attendere. La sua posizione è riverberata sul Web, sospinta anche da Pioneer, uno dei principali produttori di Tv al Plasma, che ha fatto eco al comunicato dell'organismo europeo.
[...]
In ultima analisi, si può trarre un insegmanento dalla faccenda: verificare a priori il consumo energetico di ciò che acquistiamo. Meglio informarsi, perché limitare la dissipazione non può essere uno sforzo relegato solo alle buone intenzioni dei produttori. Basta un po' di volontà spegnendo la Tv quando non si usa, senza lasciarla in stand-by, e regolare alcuni parametri per abbassare il consumo. Il resto (per ora) sono solo chiacchere.
Fonte: sole24ore

Un altro consiglio, anzi due:
- i libri (e i giornali) non consumano energia elettrica;
- una passeggiata all'aria aperta non consuma niente e non cost niente.

Insomma non mettetevi un SUV in salotto e non accendete neanche "l'utilitaria" se già ce l'avete. Dobbiamo imparare a fare a meno di certi oggetti, visto poi l'offerta che ci propone la tv nostrana.

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